Su tutti i giornali si parla ancora di noi. Una cosa è certa, la trappola mediatica è entrata in azione e questa volta il colpo è davvero bassissimo.
Il 4 settembre nelle prime ore del mattino uno studente e un ex studente di Scienze Politiche, appartenenti all’Assemblea di Scienze Politiche, sono stati perquisiti e arrestati con l’accusa di aver preso parte ad una rissa avvenuta a febbraio durante una festa in Statale. Ancora una volta si è scatenata la gara dello “sbatti il mostro in prima pagina”.
Non è un caso infatti, che questo episodio, successo più di sei mesi fa, sia emerso all’inizio del nuovo anno accademico e che tutte le testate giornalistiche si siano prodigate nel sottolineare l’attivismo politico dei due arrestati come aggravante.
In questi ultimi anni le hanno provate tutte per isolare chi lotta: dalla raccolta firme contro le occupazioni studentesche in atto, alle cariche della Celere dentro la nostra Università, fino agli arresti relativi a queste ultime, che vedono ancora oggi studenti e solidali ai domiciliari.
Viviamo in un clima di tensione dove i media, come sempre a servizio della classe dominante, tentano continuamente di delegittimare il lavoro politico di chi si oppone a questo stato di cose (che all’interno dell’università significa aziendalizzazione e sempre maggiori difficoltà per gli studenti meno abbienti) e strizzano l’occhio alle questure che provvedono a distruggere materialmente i tentativi di opposizione con sgomberi, cariche e arresti.
Nonostante questo, l’anno passato ha visto il movimento studentesco attivo e unito contro queste strategie e le azioni di solidarietà sono state molteplici in tutto il Paese.
Questo ennesimo tentativo di creare divisioni fra studenti buoni e cattivi non ci fermerà nemmeno questa volta: continueremo come sempre a portare avanti il nostro lavoro politico all’interno dell’università.
Per chi volesse esprimere solidarietà:
Minani Lorenzo Kalisa e Di Renzo Simone
Casa Circondariale di Milano San Vittore
Piazza Filangeri 2, 20123 – Milano
IL PENNARELLO – Il 14 febbraio i due ragazzi, nel corso di una festa organizzata per San Valentino dall’Ex Cuem all’interno dell’Università Statale, hanno notato Carlo F., 27 anni, studente fuori sede non impegnato in politica, mentre con un pennarello stava facendo scarabocchi su un manifesto che chiedeva la liberazione di alcuni prigionieri politici comunisti. I due antagonisti, secondo le ricostruzioni fatte dai carabinieri nel corso delle indagini, prima lo hanno insultato e poi lo hanno preso a calci e pugni. A colpire la vittima e altri due amici che avevano tentato di soccorrerlo non sarebbero stati solo i due arrestati, ma anche una ventina di altri giovani le cui posizioni sono al vaglio degli inquirenti.
CREDUTO MORTO – Dopo il pestaggio, iniziato nel cortile della Statale e proseguito fuori dall’ateneo, gli antagonisti hanno abbandonato F. C. in una pozza di sangue e in un primo momento avevano creduto che fosse morto. Nel frattempo alcuni testimoni hanno chiamato i carabinieri, ma quando una pattuglia è arrivata sul posto, intorno all’1.30, il ragazzo era già tornato a casa in compagnia di un amico. I militari hanno sentito alcuni testimoni, tra cui uno dei ragazzi picchiati e uno degli aggressori, ma tutti erano stati minacciati dagli antagonisti e hanno minimizzato.
LA DENUNCIA – Dopo due settimane F. C., che inizialmente non aveva né denunciato l’accaduto né si era recato in alcun ospedale a farsi curare, ha notato un avvallamento nella parte sinistra della fonte e a quel punto si è visto costretto ad andare al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo. Il medico di turno ha denunciato la vicenda ai carabinieri, che hanno ripreso le indagini. Il 28enne il 15 marzo è stato ricoverato e sottoposto a un intervento chirurgico di 7 ore che ha richiesto la presenza di un chirurgo specializzato in ricostruzione maxillofacciale e 15 viti (che poi dovranno essere rimosse). Il giovane potrebbe anche aver subito lesioni permanenti e potrebbe non riacquistare più la sensibilità della parte sinistra del viso. Sono già evidenti lesioni gravissime per il rientro della scatola cranica, una grossa cicatrice, l’arretramento dell’occhio e danni funzionali. Gli aggressori l’avrebbero «colpito ripetutamente con calci e pugni».
MINACCE – Gli arrestati si trovano ora nel carcere di San Vittore a Milano. A quanto risulta, quello di febbraio non sarebbe un episodio collegato agli scontri poi avvenuti a maggio in Statale legati all’occupazione di alcune aule: più che alla presenza di una motivazione politica, si pensa a un’aggressione per futili motivi. Sono in corso tuttora indagini per identificare gli altri soggetti che, oltre ai due arrestati, hanno partecipato al pestaggio minacciando anche i testimoni del fatto tanto che, al momento dell’intervento dei carabinieri, i presenti, anche quelli che avevano chiamato il 113, risultavano poi intimiditi e intimoriti. L’interrogatorio di garanzia per i due arrestati è stato fissato per giovedì mattina alle 9.30. L’avvocato Eugenio Losco, che con il collega Mauro Straini difende i due arrestati, sottolinea che ad identificare i due ragazzi sono stati «alcuni amici» della vittima che hanno assistito all’episodio. «È stato fatto vedere loro un album fotografico – ha precisato – e li hanno riconosciuti. Stiamo ancora studiando l’ordinanza – ha proseguito – ed è troppo presto per commentare l’accaduto».