Detenuti senz’acqua da 7 giorni Protesta nel carcere di Trapani

cordatesaIl carcere San Giuliano di Trapani è senz’acqua da circa una settimana e i detenuti protestano battendo le stoviglie sulle sbarre delle celle.  Un grave problema, che si verifica nel periodo più caldo dell’anno, causato da un guasto alla conduttura del dissalatore di Trapani che rifornisce la città capoluogo e alcuni comuni della provincia. Potrebbero servire ancora diversi giorni, almeno cinque, per completare la riparazione del condotto idrico e ripristinare la normale erogazione.

“Purtroppo non è la prima volta che si verifica questo problema – spiega Salvo Fleres, garante dei detenuti siciliani  –  e il carcere di Trapani non è l’unico in cui le riserve d’acqua sono limitate.  Lo stesso disservizio avviene al penitenziario Brucoli di Augusta, in cui l’erogazione idrica diminuisce considerevolmente nel periodo estivo quando entra in funzione il villaggio vacanze Valtur. Anche i carceri di Piazza Lanza a Catania e Gela, per carenze strutturali, non dispongono di riserve idriche adeguate”.

La carenza d’acqua nelle carceri nasconde problemi non di poco conto. “In una cella ci sono spesso sei o sette detenuti – spiega Fleres – e il water o la turca si trova nello stessa stanza, separata da un muretto. Far scorrere l’acqua è l’unico modo per tutelare la propria privacy quando si è in bagno, senza considerare  i problemi di carattere sanitario che si possono verificare per l’impossibilità di tirare lo sciacquone”.

La direzione del carcere di Trapani ha già richiesto l’invio di autobotti ma – secondo Fleres – “non sono mai sufficienti per far fronte alle esigenze dei detenuti”.

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