Diffondiamo da Hurriya
Apprendiamo dalle donne recluse nel CPR di Ponte Galeria che, in seguito alla forte pioggia che ieri 5 novembre è caduta sulla città di Roma e al malfunzionamento delle fognature, la struttura che imprigiona donne senza documenti si è allagata. Intorno alle 13 l’acqua ha iniziato a entrare nelle stanze e, con il passare delle ore, il livello si è alzato talmente tanto da costringere le recluse a salire sui tavoli. Ovviamente tutti gli effetti personali, come i materassi e il resto, si sono bagnati.
Alle allarmate richieste delle ragazze di intervenire rapidamente e di poter utilizzare secchi e scope per togliere l’acqua dalle stanze, gli operatori hanno risposto soltanto di aspettare, e di convergere tutte nella sala mensa nel caso il livello dell’acqua si fosse alzato ulteriormente.
Dopo qualche ora, con la fine della pioggia e la disostruzione del sistema fognario, l’acqua ha lentamente riniziato a fuoriuscire.
Cibo scadente, assenza di cure mediche sostituite da antibiotici per curare qualsiasi malattia e psicofarmaci per sedare, impossibilità di tenere persino una penna e un foglio per scrivere una lettera: queste sono le condizioni di vita all’interno dei lager dove sono imprigionate le persone senza documenti a Roma, Torino, Brindisi e Caltanissetta. Ricordiamo che secondo quanto stabilisce la legge Minniti-Orlando altri 8 ne apriranno in tutta Italia nei prossimi mesi.
Crediamo sia importante solidarizzare con le loro lotte e resistenze quotidiane alla violenza dello stato, rompendo il muro di isolamento che le circonda. E che inoltre sia importante smascherare e abbattere il business che si nasconde dietro la cosìddetta accoglienza.
Pensiamo non sia possibile un miglioramento delle condizioni di vita all’interno, perché solo la distruzione di tali prigioni potrà restituire a queste donne e uomini la libertà di scegliere dove e come vivere.
Nemiche e nemici delle frontiere