Il 12 maggio 1977 Giorgiana Masi muore assassinata per mano dello Stato. Quarant’anni dopo lo stesso Stato continua ad agire la sua violenza e militarizzare i territori strumentalizzando anche la violenza sulle donne, sulle quali poi riversa invece tutta la sua brutalità; con i rastrellamenti continui per le strade, chi non ha i documenti ogni giorno viene rinchiusa nel CPR (ex CIE) di Ponte Galeria dove, privata della libertà, è costante oggetto di soprusi e minacce. Da Ponte Galeria partono numerosi voli di deportazione verso i Paesi d’origine, che riconsegnano queste donne alla violenza da cui erano scappate.
A Ponte Galeria, l’unico CPR in Italia con una sezione femminile, alcune donne, persino minori, sono recluse anche per aver avuto il coraggio di denunciare il compagno violento o un patrigno che le opprimeva. Per lo Stato la loro condizione di irregolarità o l’impossibilità di dimostrare la minore età ha più valore della loro richiesta di aiuto e necessitá di autodeterminarsi. La sinistra democratica al Governo emana norme di segregazione e discriminazione razziale e concede spazi sempre più ampi alle dimostrazioni di forza dell’estrema destra xenofoba.
A questo Stato democraticamente fascista, razzista e machista e a tutti i lager di Stato noi continuiamo a opporci ogni giorno. Siamo e saremo sempre al fianco delle detenute sostenendo la loro lotta per riconquistare la libertà.
Contro ogni confine, galera e oppressione.
nemiche e nemici delle frontiere