Voci dal carcere di Monza

Dopo le due morti di 3 settimane fa è stato organizzato un volantinaggio fuori dal carcere monzese in solidarietà con i detenuti in vista del presidio del 15 aprile. Qui sotto il testo diffuso.

Siamo davanti al carcere di Monza per solidarizzare con i detenuti e protestare contro le
disumane condizioni a cui sono costretti.
Voci dall’interno ci dicono:

“ Il carcere verte in condizioni pietose, i seminterrati si allagano, le docce comuni sono in
condizioni igieniche mostruose, le celle sono singole ma ci si vive in tre . Il vitto è scarso e
immangiabile e ai colloqui non passa molto. L’area rieducazione è inesistente. La sanità
non funziona e chi sta male non viene curato, esiste solo una somministrazione giornaliera di farmaci. Il lavoro non esiste e se c’è è discontinuo, non vengono nemmeno sfruttati i posti previsti dall’art. 20 e 21 della legge dell’ordinamento penitenziario…”.

“La gente sta sovraffollata in 3 in una cella per un singolo.
Un giorno c’era puzza e abbiamo visto sotto le finestre che avevano smontato la cella
frigorifera, arrugginita e marcia, so che la cucina non ha neanche lo scolo ai lavaggi e
spesso c’è acqua in tutta la cucina. Il mangiare è improponibile e senza essere schizzinosi le cose bollite come verdure e uova sono prendibili ma pasta e cucinati sono osceni. Spesso la frutta è andata e penso a chi non può fare spesa, i pasti sono un incubo.”

E la situazione va sempre peggiorando, è del 23 Marzo 2017 la notizia di altre due morti di carcere.

“… si è impiccato un detenuto della sezione infermeria, ed è morto con l’indifferenza di loro qui, e ti dirò che il giorno dopo, gli agenti scherzavano e ridevano dicendo che c’è un posto in più.”

IL CARCERE CONTINUA AD UCCIDERE!

E’ risaputo che il San Quirico è un carcere punitivo.
Siamo a conoscenza di alcuni detenuti trasferiti a Monza perché “causavano problemi” nel carcere
dove prima erano rinchiusi. Sappiamo anche che l’accoglienza per chi arriva a Monza è fatta di
pestaggi ed isolamento che possono durare mesi.
Siamo consci che la situazione è comune a molte carceri italiane e va peggiorando: suicidi, pestaggi, aggressioni, autolesionismo sono i sintomi di un disagio oramai intollerabile. Disagio che deriva dalla funzione di annientamento che il carcere stesso svolge per distruggere chi non si piega.

Solidali con chi resiste e non abbassa la testa!

Cordatesa


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