Agenpress. “Ancora poliziotti penitenziari feriti nel carcere di Regina Coeli, sei detenuti di origine magrebina, ristretti presso il secondo braccio, prima si sono rifiutati di entrare in cella per l’orario della conta in segno di protesta lamentando il disturbo arrecatogli dal personale durante la perquisizione ordinaria prevista dal regolamento poi, hanno opposto resistenza allo spostamento di reparto provocando, minacciando e cercando di provocare disordine urlando in lingua araba di ribellarsi, probabilmente si tratta di soggetti promotori di proselitismo islamico.
Solo grazie alla professionalità e lo spirito di sacrificio dei pochi poliziotti in servizio, sempre per la nota carenza di organico, i detenuti interessati sono stati allontanati. Tuttavia durante le operazioni due agenti sono rimasti feriti e trasportati d’urgenza al vicino ospedale, per le cure del caso.
Ci domandiamo quante provocazioni ancora dovrà subire il personale di polizia penitenziaria perchè si decida di intervenire concretamente sui gravi problemi penitenziari”.
A dichiararlo sono il Dott. Donato Capece e il Dott. Giovanni Passaro, rispettivamente Segretario Generale e V.Segretario Regionale Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE (il più rappresentativo della Categoria con oltre 11mila iscritti), che ha segnalato come il carcere ospita prevalentemente detenuti stranieri che non hanno nulla da perdere.
La realtà penitenziaria che si vive è insostenibile, le condizioni di lavoro sono disumane e l’Ordinamento Penitenziario è divenuto impraticabile. Pertanto, è ora di percorrere un’immediata rivisitazione del sistema sanzionatorio, prevedendo appositi reparti dove contenere detenuti di difficile gestione e l’introduzione della pena del lavoro di pubblica utilità “obbligatorio”.
“Perché anche la gente sappia” conclude Passaro “ci rifiutiamo di accettare che nei confronti delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria che rappresentano lo Stato vengano poste minacce e aggressioni”.