Solo dopo una settimana di fermo di polizia, senza possibilità di accesso per gli avvocati, emergono gli elementi della nuova operazione anti-gay in Tunisia, questa volta nella capitale Tunisi, non nella bigotta e provinciale Kairouan. Nelle prime ore di giovedì 24 marzo dieci giovani sono stati portati via da un appartamento dove stavano passando la notte insieme. Tra di essi, due 19enni e un 18enne che erano già stati arrestati per presunti atti omosessuali nel dicembre scorso a Kairouan – il caso dei “sei studenti gay” – condannati in primo grado a 3 anni di carcere, poi scarcerati dopo 40 giorni e condannati in appello a un solo mese. Due giorni prima di questo nuovo arresto erano stati incontrati e intervistati, sulle violenze subite in carcere, dalla giornalista
televisiva Sandra Magliani. La loro intervista sarà trasmessa lunedì sera 4 aprile nel programma Terra. Quella volta l’indizio di atti omosessuali era costituito da un video trovato in un portatile e la presunta prova dalla imposizione di un “test anale”. Questa volta si sa solo che i 3 con altri 5 sono accusati per l’articolo 230 (atti omosessuali) e che due ragazze che erano con loro sono accusate di prostituzione. Come si incrocino, nel quadro accusatorio, gli atti omosessuali di 8 ragazzi e gli atti mercenari di 2 ragazze ancora non si sa. “La polizia incolla alla rinfusa” dice l’avvocatessa Fadoua Braham. Ci sarebbero anche accuse di consumo di stupefacenti, per tre spinelli. Una legge molto severa, quella contro il consumo di cannabis, criticata dalle associazioni per i diritti umani. Dura la vita dei sei di Kairouan, dopo le violenze sopportate in carcere. Tre di loro poi cacciati di casa. Tre, in distinti episodi, aggrediti da omofobi per strada, con ferite lievi. Uno fermato tre giorni dalla polizia per aver reagito all’aggressione. Due malmenati e tenuti legati per due giorni in famiglia. Ora tre che tornano in carcere. La reazione più tempestiva è quella del mondo arcobaleno italiano, con un appello che si allargherà a livello internazionale.
Otto giovani, due libici e sei tunisini, e due ragazze sono stati arrestati giovedì scorso in una casa di Tunisi sulla base di accuse pretestuose, come quella di prostituzione, allo scopo di incriminare i ragazzi di sodomia. Tra le persone arrestate, ci sono anche ragazzi che erano già stati condannati e poi liberati per lo stesso “reato” passando alcuni mesi in carcere, dove avevano subito abusi dalle guardie e dagli altri detenuti compresa una perquisizione anale. I giovani sono ora nel carcere di Mornaguia, tra i più famigerati di tutta la Tunisia, dove è messa a rischio la loro incolumità fisica.
Non è concepibile che un paese che ha fatto una rivoluzione per liberarsi da una dittatura, perseguiti qualcuno non per quello che fa ma per quello che è: arrestare un gay, condannarlo perché è gay, liberarlo e poi arrestarlo di nuovo perché continua a essere gay è più che paradossale. Nessuno nega che il percorso per la democrazia sia difficile e lento, anzi: lo stesso fatto che si venga a conoscenza di ciò che accade è un segnale che le cose stanno cambiando e che nella società tunisina si è aperto un dibattito molto positivo proprio perché venga abolito l’articolo 230 del codice penale che punisce la “sodomia”. Tuttavia è altrettanto evidente che, per l’ennesima volta nella storia, la persecuzione delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) viene usata da forze politiche vicine all’integralismo religioso per ottenere consensi sulla massa meno secolarizzata mettendo in difficoltà i laici. Come comunità LGBT italiana non possiamo accettarlo né temporeggiare: vogliamo che si arrivi a una soluzione nel più breve tempo possibile.
Dobbiamo agire per aiutare i giovani in carcere a difendersi, e perché il messaggio arrivi chiaro anche allo Stato tunisino: una tale concezione dei diritti umani esclude totalmente la Tunisia dai paesi democratici e, come sottolinea anche Human Rights Watch, il governo deve subito prendere provvedimenti perché non si ripetano abusi sugli omosessuali da parte delle forze dell’ordine, perché venga immediatamente abolito un articolo così discriminatorio e lesivo della dignità delle persone. Chiediamo l’immediata liberazione di tutti i giovani incarcerati per il loro orientamento sessuale.
Firmatari
Alessandro Golinelli, scrittore
IlGrandeColibri.com – Essere LGBT nel mondo
I Sentinelli di Milano
Progetto IO – Immigrazioni e Omosessualità
Rainbow Warriors
Rompiamo il silenzio – Bergamo
Agedo (Associazione di Genitori parenti e amici di persone LGBT)
Anddos (Associazione Nazionale Contro le Discriminazioni Da Orientamento Sessuale)
Arcigay – Associazione LGBTI italiana
Associazione Radicale Certi Diritti
Associazioni Reti (relazioni etiche non monogamiche)
Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
Globe-MAE – Rete dei dipendenti LGBT del Ministero degli Affari Esteri
Magen David Keshet Italia
Polis Aperta
Progetto Gionata – Portale su fede e omosessualità
Rete della Conoscenza
Comune di Arzago d’Adda (aderente alla rete READY)
Antéros LGBTI – Padova
ArciLesbica Ferrara
Associazione Culturale ARC – LGBT Cagliari
Associazione per i Diritti umani – Milano
Azione Gay e Lesbica – Firenze
Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli – Roma
Circolo Tondelli LGBTI – Bassano del Grappa
Collettivo Stonewall Venezia LGBTIQueer
Coordinamento Torino Pride
Esedomani Terni
Gruppo Giovani Glbti* – Firenze
Il Guado – Gruppo di riflessione su fede e omosessualità – Milano
I Ken – Campania
I mondi diversi – Roma
Ireos – Firenze
La Fenice Gay – Roma
MigraBo’ LGBT – Bologna
Jonathan, diritti in movimento – Pescara
Le Rose di Gertrude – Magenta
LUISS arcobaleno – Roma
Renzo e Lucio – Lecco
Rete Dem Brescia
Roma Rainbow Choir
SCOSSE (Soluzioni COmunicative Studi Servizi Editoriali)
Shake LGBTE – Conegliano
Sportello Migra_Antinoo del Comitato Arcigay di Napoli
Stonewall Siracusa
Angelo Acerbi, selezionatore del Torino Gay & Lesbian Film Festival
Cristiana Alicata, giornalista
Saverio Aversa, regista
Lorenzo Beccati, scrittore autore Striscia la Notizia.
Francesco Belais, giornalista
Andrea Bergamini, editore
Matteo B. Bianchi, scrittore
Luca Bianchini, scrittore
Fabio Bo, critico cinematografico
Louise Bonzoni, componente dell’Assemblea nazionale PD
Gabriele Bova, attivista LGBTI
Fabio Canino, attore
Katia Caprarelli, attivista LGBTI
Armando Caravini, presidente di Arcigay Siracusa
Giacomo Caruso, traduttore
Ivan Cattaneo, cantante
Anas Chariai, attivista LGBTI
Jo Coda, regista
Felix Cossolo, attivista LGBTI
Ivan Cotroneo, scrittore e regista
Eleonora Dall’Ovo, Radio Popolare
Alessio De Giorgi, gay.it
Lorenzo De Las Plasas, giornalista
Leonardo Dongiovanni, presidente di Arcigay M.Consoli L’Aquila
Gianni Farinetti, scrittore
Luca Formenton, editore
Monica Frassoni, copresidente dei Verdi Europei
Mattia Galdiolo, presidente di Tralaltro Arcigay Padova
Barbara Garlaschelli, scrittrice
Dario Gay, cantante
Gianni Geraci, attivista LGBTI
Lucia Giansiracusa, ArciLesbica Zami Milano
Franco Grillini, attivista LGBTI
Paolo Hutter, giornalista
Essia Imjed, Fronte Popolare Tunisino in Italia
Wajahat Abbas Kazmi, regista e attivista per i diritti umani
Vittorio Lingiardi, psichiatra
Sergio Lo Giudice, senatore
Vladimir Luxuria, attrice.
Andrea Maccarrone, attivista LGBTI
Sandra Magliani, giornalista
Aurelio Mancuso, attivista LGBTI
Gianfranco Manfredi, cantautore e scrittore
Gian Paolo Marzi, direttore del Milano Festival Mix
Marco Mattolini, regista
Alberto Milazzo, scrittore
Giovanni Minerba, direttore del Torino Gay & Lesbian Film Festival
Piero Nissim, cantautore e poeta
Paolo Oddi, avvocato
Edda Pando, circolo Arci Todo Cambia – Milano
Anna Pastore, editor
Vincenzo Patanè, giornalista
Piergiorgio Paterlini, scrittore
Fabio Pellegatta, presidente di CIG Arcigay Milano
Sandra Petrignani, scrittrice
Gian Piero Piretto, docente universitario
Luca Poma, giornalista e scrittore
Alessandra Priori, attivista LGBTI
Roberta Quagliata, avvocato
Nacho Quintana Vergara, presidente di Arcigay Friuli Nuovi Passi
Laila Said, studentessa italo-tunisina
Antonello Sannino, presidente di Arcigay Antinoo Napoli
Valeriano Scassa, presidente di Arcigay Piacenza
Stefano Sechi, fondatore di Omofobia Stop
Walter Siti, scrittore
Claudio Tosi, presidente di Approdo Ostilia Mulas – Arcigay Genova
Sergio Trombetta, giornalista
Antonio Veneziani, poeta e scrittore
Dario Vergassola, attore
Alberto Veronesi, presidente Fondazione Pucciniana
Simona Vinci, scrittrice
Daniele VIOTTI eurodeputato pd
Alessandro Zan, deputato
Fulvio Marcello Zendrini, presidente di Lecosecambiano