Prato – Due agenti picchiati nel carcere della Dogaia

cordatesaDue agenti di polizia penitenziaria sono stati aggrediti da altrettanti detenuti ristretti nella Casa Circondariale di Prato. A dare la notizia il sindacato Uilpa del carcere. «Il 7 marzo scorso, un detenuto di origini magrebine condannato per violazione dei reati sugli stupefacenti – riferisce il sindacato – nel primo pomeriggio ha aggredito l’agente di Polizia Penitenziaria di servizio per futili motivi. L’aggressione ha costretto il collega a farsi medicare al pronto soccorso dove riportava cinque giorni di prognosi. L’8 marzo un altro detenuto di nazionalità

tunisina, condannato per violazione dei reati sugli stupefacenti, ha aggredito un secondo agente di polizia penitenziaria, scagliandosi contro per incomprensibili motivi, costringendo il collega a ricorrere alla cure del pronto soccorso, 7 giorni di prognosi».

«L’ignobile aggressione – commenta l’Uilpa – fa seguito a precedenti analoghi fatti accaduti nell’ultimo anno all’interno della Casa Circondariale di Prato che insiste su una presenza di 650 detenuti in costante aumento negli ultimi mesi di circa 100 soggetti e nonostante la legge “svuota carcere”, ormai i numeri sono già ritornati come qualche anno fa alla soglia dei 750 detenuti, rispetto a una capienza “tollerabile” di 613, con una forte presenza in termini percentuali del 60% di extracomunitari».

Ormai siamo di nuovo a livelli di insostenibilità – commenta Massimo Lavermicocca segretario territoriale della Uil Pa – per il continuo aumento di detenuti nell’Istituto pratese, complice anche la chiusura da quasi un anno dell’Istituto di Pistoia per inagibilità per il forte vento del 5 marzo 2015 che ne ha scoperchiato i tetti costringendo le forze dell’ordine a consegnare tutti gli arrestati alla Casa circondariale di Prato. Il personale di polizia penitenziaria risulta carente con una forza di circa 220 agenti a fronte dei 345 agenti previsti con una carenza di 125 uomini».

«La situazione a Prato è insostenibile – è l’opinione di Pasquale Salemme, segretario regionale Sappe per la Toscana – due maghrebini hanno aggredito due agenti della polizia penitenziaria, entrambi finiti in ospedale con prognosi. Mi risulta siano volati spintoni e sgabelli, tutto in due giornate differenti. Sovraffollamento e problemi non risolti con, chi ha il dovere di intervenire, che sembrerebbe non farlo: chiediamo un intervento del Provveditore regionale affinché possa ripristinare l’ordine e la sicurezza nell’ Istituto pratese nonché l’apertura della sezione chiusa come da accordi regionali. In mancanza di riscontri urgenti il Sappe proclamerà lo stato di agitazione della Polizia Penitenziaria» .

E anche da Roma, il segretario generale del Sappe Donato Capece ha detto la sua: «Le carceri sarebbero più sicure assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri, espellendo i detenuti stranieri.

Capece conclude sostenendo che «la Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. Altro che dichiarazioni tranquillizzanti,
altro che situazione tornata alla normalità, altro che le reazioni stizzite delle Camere Penali ai nostri costanti allarmi sulla critica quotidianità delle carceri italiane. Le polemiche strumentali e inutili come le loro non servono a nessuno. I problemi del carcere sono reali».

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