Carceri un po’ meno affollate. I reati per cui si finisce di più in prigione

carceriLe persone che entrano in carcere ogni anno sono diminuite del 30% rispetto agli anni 2000. Ma la situazione resta critica. E’ quanto emerge dal rapporto Istat che abbiamo voluto descrivere con tre Info: nella prima ci siamo concentrati sulla capienza e il sovraffollamento regione per regione. Nella secondo sul confronto con gli altri Paesi e nella terza sui reati per cui si finisce in prigione.

Partiamo dai numeri. Al 31 dicembre 2013 risultano detenute nelle carceri italiane 62.536 persone, il 4,8% in meno rispetto al 2012 (-8% sul 2010). Sono circa 10 milioni i detenuti nel mondo, condannati nella maggior parte dei casi. Il tasso di detenzione per 100.000 abitanti è pari a 103,8 in Italia, a 128,9 in Europa, a 145 nel mondo.

Il numero di detenuti presenti in Italia è di gran lunga superiore alla capienza regolamentare, fissata a 47.709 posti, ma il tasso di sovraffollamento è in costante diminuzione grazie ai recenti provvedimenti normativi e pari a 131,1 detenuti su 100 posti disponibili per il 2013, a 110,4 a novembre 2014 (151 nel 2010).

Il 61,5% dei detenuti ha una condanna definitiva, il 36,6% è in attesa di un giudizio definitivo e l’1,9% è sottoposto a misure di sicurezza. Dei 38.471 condannati detenuti in carcere, circa la metà (il 46,6%) deve scontare una pena inferiore a cinque anni.

Le violazioni della normativa sugli stupefacenti rappresentano la tipologia più diffusa di reati per i detenuti presenti, con 24.273 casi (il 38,8%). Seguono i reati di rapina (18.064 casi, pari all 28,9%), e furto (13.531, il .21,6%).

Il 95,7% dei detenuti è di sesso maschile, una quota stabile nel corso del tempo. Le detenute con prole al seguito sono ospitate in sezioni maggiormente idonee ai bambini. Al 31/12/2013 sono 40 e quasi tutte hanno un solo figlio con sé, mentre sono 17 le donne in gravidanza.

Le forme di pretesta e i suicidi.

Non mancano le forme di protesta: lo sciopero della fame è la più diffusa, 7.851 casi nel 2013, seguono il rifiuto del vitto (1.548 casi) e il danneggiamento degli oggetti (736 casi). Inoltre nel corso del 2013 sono stati registrati 42 casi di suicidio tra i soli maschi (pari a 0,7 su 1.000 detenuti maschi mediamente presenti) e 1.067 di tentato suicidio, mentre gli atti di autolesionismo sono stati 6.902.

La nazionalità dei detenuti. 

Il 64% dei detenuti è nato in Italia. I detenuti stranieri, pari al 34,9%, provengono per la maggior parte dall’Africa (46,3%), in particolare da Marocco e Tunisia (rispettivamente 18,6 e 12%), e dall’Europa (41,6%).

L’età e l’occupazione in carcere

Il 54,4% dei detenuti ha meno di quarant’anni. Una quota minoritaria (il 19,2%) ha più di 50 anni e il 5,7% più di 60. Nel 38,9% dei casi le persone detenute sono celibi o nubili.

I corsi scolatici attivati nel 2012-2013 sono stati 991: li ha frequentati il 24,7% della popolazione penitenziaria; quattro frequentanti su dieci sono stati i promossi. I corsi di avviamento professionale sono stati invece 318.

Risulta occupato in attività lavorative il 23,3% dei detenuti in carcere, in aumento del 13,6% rispetto al 2000.

Fonte.


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