Nel tardo pomeriggio di ieri al Cie di Roma è scoppiata una protesta infuocata. Alle 18 era in programma un presidio fuori dalle mura del Centro, indetto in solidarietà con tutti i reclusi, ma in particolare con tre ragazzi catturati dalla polizia durante lo sgombero dell’anagrafe occupata di Via Pietroselli a Roma quasi due settimane fa. La tensione nel Centro era alta già dall’ora di pranzo, quando molti reclusi avevano deciso di rifiutare il pasto per protestare contro gli atteggiamenti intimidatori della polizia e del personale di GEPSA e Acuarinto. La scintilla che ha fatto scoppiare i casini di ieri pomeriggio è stata la protesta individuale di un recluso che ha iniziato a tagliarsi il corpo con delle lamette, esasperato per l’ennesimo ritardo nella consegna di una ricarica telefonica. In breve tempo la protesta si è allargata e ha coinvolto molti altri reclusi, e in poche ore sono stati bruciati diversi materassi. La polizia è intervenuta prima con gli idranti per spegnere le fiamme, e successivamente è entrata in alcune stanze per effettuare sommarie perquisizioni.
Dal Cie di Bari, invece, arriva la notizia della morte di un recluso di 26 anni. In attesa di maggiori dettagli, ecco un lancio di agenzia che parla di «decesso per cause naturali»:
«Un sedicente cittadino egiziano di 26 anni è morto dopo essere stato colto da malore nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Bari dov’era ospitato. La tragedia è avvenuta alle 13.45 circa. Secondo i primi accertamenti della polizia, si tratterebbe di un decesso per cause naturali. In una nota della Questura di Bari si parla di “arresto cardiorespiratorio irreversibile”».
macerie @ Febbraio 7, 2015