Telecamera nascosta fuori dalla sede della radio Radiazione di Padova

Riceviamo e diffondiamo!videosorveglianza

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Scriviamo due righe di riflessione in seguito al ritrovamento di un occhio elettronico nascosto all’interno di una finta presa d’aria posizionata sul muro antistante la sede di RadiAzione, in via Ognissanti 58 a Padova.
L’oggetto in questione è una telecamera per la video sorveglianza, la cui presenza non è stata segnalata dagli appositi cartelli che la legge rende obbligatori per indicare che l’area in questione è sottoposta al video-controllo. La direzione dell’occhio puntava direttamente sull’entrata della sede della radio.
Da notare la goffaggine con cui la telecamera è stata posizionata: è bastato, infatti, uno sguardo su quella finta presa d’aria per capire che all’interno era presente qualcosa di molto simile ad uno strumento di controllo, cosa poi confermata.

Nulla di nuovo quindi, siamo consapevoli di vivere in una società che sempre più si dota di strumenti tecnologici per la sorveglianza di tutto ciò che avviene nelle strade delle nostre città, all’interno delle scuole, delle università, così come sui posti di lavoro. L’obiettivo securitario, con cui questi sistemi di video-controllo ci sono stati somministrati nel tempo e che ad oggi rappresentano una “normalità” nella vita di molte persone, è solo la parte più superficiale della questione, che fa delle logiche della legalità e della sicurezza una psicosi collettiva per giustificare la necessità di mantenere l’ordine sociale. Possiamo, infatti, considerare che la quasi totalità delle immagini riprese da queste telecamere corrispondono a frammenti di vita quotidiana, che vengono in questo modo osservati e immagazzinati. Diventano probabili oggetto di studio da parte degli organi repressivi e dalle autorità in ogni ambito di intervento. L’obiettivo è quello di prevenire, correggere o sanzionare quei comportamenti individuali, ma soprattutto collettivi ritenuti pericolosi, fuori dal controllo e improduttivi.

C’è chi dice “basta” a tutto questo e al presente di miseria a cui siamo sottoposti. Noi, per farlo, ci siamo dotati anche di una radio. Vogliamo fornire una narrazione degli eventi che non sia più funzionale a sostenere la logica della rapina sociale che viene condotta sulle nostre vite, ma che sia invece un mezzo di comunicazione delle istanze di cambiamento. Uno strumento che mette in connessione le lotte e le resistenze che si sviluppano in ogni settore della società, laddove si scontrano le contraddizioni di interessi delle parti in gioco.
L’attività di Radiazione è proprio questo e ciò che viene fatto in sede è finalizzato a migliorare questa attività, che consideriamo parte di quel processo di ricomposizione della classe e verso il quale vorremmo contribuire. Nulla da nascondere quindi, non solo perché la sede della radio è di fatto “in vetrina” e tutto ciò che avviene dentro è sotto l’occhio di tutti i passanti, ma soprattutto perché gli obiettivi sono chiari e riconoscibili da chi ha deciso di alzarsi in piedi e lottare per una società radicalmente diversa.

Questa vicenda non ci sorprende! Siamo in una fase storica caratterizzata dall’aggravarsi della crisi economica, all’interno della quale sempre più fasce popolari iniziano a essere consapevoli dell’inadeguatezza di questo sistema economico e politico. Le persone cominciano a sentire la necessità di un cambiamento. In questo momento l’esigenza della classe dominante è sicuramente quella di capire “ciò che si muove” in maniera preventiva, allo scopo di mantenere al meglio l’ordine sociale e tutelare i propri interessi. Interessi che sono chiaramente divergenti rispetto a quelli dei proletari, di chi lavora e vuole garantirsi una vita dignitosa per sè e per i propri figli, ma che invece si è visto privato negli ultimi anni di una scuola pubblica e funzionante; di una sanità dai costi accessibili e di eccellenza; che si vede privato oggi del diritto di poter avere un lavoro stabile e dignitosamente retribuito e di avere la sicurezza di poter vivere in una casa dall’affitto adeguato alla propria condizione economica.

Non sarà una misera provocazione a fermarci e a intimorire il lavoro che quotidianamente Radiazione porta avanti. Anzi, questo ci fa capire che siamo sul giusto sentiero da percorrere, perché chi ha necessità di controllare è chiaramente debole e insicuro!

La repressione non fermerà le lotte e chi fa da megafono alla loro voce!

images (20)www.radiazione.info


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