“Il carcere dei ‘Casetti’ è sovraffollato”, Giulia Sarti (M5S) interroga il Ministro „

download (4)Una situazione sempre più preoccupante quella del sovraffollamento nel carcere riminese dei “Casetti” e, a denunciare per l’ennesima volta quanto avviene nella casa circondariale, è la parlamentare riminese del Movimento 5 Stelle, Giulia Sarti. Reduce da una seconda visita nella struttura penitenziaria, l’onorevole ha annunciato un’interrogazione al Ministro della Giustizia in quanto, a fronte del sovraffollamento in alcuni bracci, altre zone del carcere restano inutilizzate. La Sarti, inoltre, chiede attenzione per i turni del personale della polizia Penitenziaria costretto a turni massacranti.

L‘interrogazione di Giulia Sarti.

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La presente interrogazione si basa su quanto emerso al seguito di due visite ispettive da me svolte, la prima in data 22 settembre 2014 e la seconda pochi giorni fa, il 16 novembre, in quest’ultima occasione insieme al nuovo Garante dei detenuti comunale Davide Grassi, presso la Casa Circondariale di Rimini, sita in via Santa Cristina n. 19, al fine di verificare personalmente le condizioni dei detenuti, del personale e lo stato della struttura. Già a settembre, non mi era stato possibile incontrare il Direttore, la Dott.ssa Benassi, poiché costretta ad occuparsi di due strutture carcerarie, Rimini e Modena; in data 7 ottobre, la dott.ssa Benassi è andata in pensione ed è stato nominato un nuovo Direttore provvisorio, l’avvocato Gianluca Candiano. Con il nuovo Direttore però, la situazione è peggiorata poiché secondo il provvedimento di nomina deve presenziare alla Casa Circondariale di Rimini solo due volte a settimana e per il resto dei giorni presso il carcere di Castelfranco Emilia; la capienza del carcere è di 136 posti di cui: 22 posti mai utilizzati della seconda sezione completamente ristrutturata ma chiusa; 16 di custodia attenuata riservati alla sezione Andromeda per alcoldipendenti e tossicodipendenti, di cui ad oggi solo 7 posti occupati; 11 posti riservati ai semiliberi di cui occupati 5; 7 posti vuoti perché destinati ai detenuti transessuali (occupati 1). Quindi, sottraendo dalla capienza totale i posti riservati alle sezioni speciali, quelli della sezione ordinaria in realtà sono solamente 80; ad oggi 19 novembre 2014, i detenuti presenti sono in totale 114, di cui 100 nelle sezioni ordinarie (la prima, la terza, la quarta e la quinta). Ciò significa che, se la capienza come sopra spiegato per i detenuti ordinari è di 80 posti, allora c’è un sovraffollamento di 20 soggetti e paradossalmente le sezioni speciali sono sostanzialmente vuote. Dalle carte, che non tengono conto del fatto che un normale detenuto non può accedere ai posti assegnati alle sezioni speciali, risulta addirittura che nel carcere Casetti ci siano 22 posti liberi rispetto alla capienza massima (136); del totale dei 114 detenuti gli imputati sono 44, appellanti 16, ricorrenti 5, definitivi 49; sempre con riferimento al totale 55 sono stranieri e 59 italiani; 57 sono tossicodipendenti; l’istituto penitenziario è composto da 6 sezioni più quella assegnata ad Andromeda e quella per i detenuti in condizione di semilibertà. Delle sei sezioni, però, ne possono essere utilizzate quattro, per diversi motivi: la seconda sezione è totalmente chiusa poiché le società che hanno svolto i lavori di ristrutturazione, non pagate dalla società da cui dipendevano, non hanno mai consegnato i certificati di collaudo. La società in questione,a sua volta, non ha provveduto al pagamento delle società subappaltanti e subfornitrici. Attraverso la visita, ho potuto verificare che tale sezione vuota è completamente ristrutturata e conforme alle norme di sicurezza, contrariamente alle celle della prima sezione, attualmente ospitante i detenuti che appare fatiscente, in uno stato igienico pessimo con evidenti problemi di infiltrazioni di acqua piovana; la sesta sezione, invece, è stata ristrutturata dai detenuti. Il Provveditore regionale, a seguito dei lavori di ristrutturazione svolti, per renderla adeguata al regolamento di esecuzione rispetto al quale le metrature erano diventate esigue, decideva di buttare giù i muri cosicché da 2 celle se ne ricavasse 1 più ampia e rispondente ai criteri stabiliti dalla sentenza Torreggiani. Dopo un mese però, lo stesso Provveditore Regionale, stabiliva che, nell’attesa dell’inizio di questi lavori, i detenuti transessuali venissero comunque mandati al Casetti; il cortile ricreativo è un campo di cemento completamente esposto al sole e alle intemperie, contrariamente a quanto previsto dall’ordinamento penitenziario. Un’eventuale copertura deve essere disposta dal Provveditore. Esiste poi un’altra zona più protetta, con anche un tappetino a terra, cosicché se i detenuti giocano a calcio non si facciano male. Accanto, però, si trova un’area verde ombreggiata per i colloqui tra i detenuti e i figli minori completamente ristrutturata con gazebo di legno e sedie mai utilizzata poiché, a seguito della nevicata del 2012, è crollato il tendone. Per rimetterlo a posto era stata data la disponibilità economica da parte della Camera Penale di Rimini ma poi, venendo a conoscenza del costo elevato di tale opera, circa 7 mila euro, non ha mai versato la somma; le attività ricreative dei detenuti sono ridotte al minimo e quelle lavorative sostanzialmente inesistenti; questo comporta il venir meno della finalità principale della pena ossia la rieducazione e il reinserimento; non solo, i detenuti, in mancanza di attività che occupino il loro tempo in maniera produttiva, finiscono per dar vita a
risse e scontri. Recentemente infatti, precisamente in data 7 ottobre, è scoppiata una rissa per un pacchetto di sigarette in cui due detenuti hanno picchiato a sangue un detenuto tunisino con una caffettiera e con un’asta appendiabiti da armadio rompendogli il naso; qualche giorno prima, l’1 ottobre, due agenti, vedendo un detenuto che perdeva sangue perché colpito da un suo compagno di cella, sono dovuti ricorrere a cure mediche per i colpi ricevuti dal detenuto mentre cercava di divincolarsi. Nello stesso momento, un detenuto tossicodipendente si era provocato delle lesioni tagliandosi il corpo in più parti perché, a detta del detenuto, non aveva ricevuto la terapia prevista. In tale occasione, il segretario generale aggiunto del Sappe (sindacato degli agenti), Giovanni Battista Durante, dichiarava che le aggressioni, i ferimenti e le azioni di autolesionismo sono sempre più frequenti, ravvisando l’assoluta necessità di un direttore in pianta stabile. Ad oggi i problemi si stanno sommando: dall’inizio dell’anno i numeri parlano di 12 tentati suicidi, 12 aggressioni agli agenti e 25 tra detenuti, oltre 73 atti di autolesionismo, 12 denunce all’autorità giudiziaria per violenza, minaccia e resistenza al pubblico ufficiale; 52 proteste di sciopero della fame; 9 danneggiamenti ai beni dell’amministrazione; 2 incendi; inoltre, ho ravvisato una carenza di organico importante:il magistrato di sorveglianza è uno solo per le tre carceri romagnole di Forlì, Ravenna e Rimini, mentre per quanto riguarda gli agenti di polizia penitenziaria, in un carcere dove ci sono circa 140 detenuti, per ogni turno il personale di sorveglianza è di appena 8 persone quando ne servirebbero almeno il doppio; basti pensare al caso in cui un detenuto debba essere portato in ospedale è necessaria una scorta di almeno tre agenti, dunque per 136 detenuti rimarrebbero 5 agenti; per quanto riguarda l’igiene e la pulizia delle cella, essa è affidata ai detenuti stessi, tra l’altro come previsto dall’ordinamento penitenziario. Purtroppo però, non dispongono nemmeno di scope e spugne a causa del taglio lineare dei fondi destinati alle mercedi dei detenuti al carcere di Rimini -: se il Ministro sia a conoscenza di quanto sopra descritto e intenda sollecitare affinché vengano superati gli ostacoli burocratici che hanno impossibilitato fino ad ora l’utilizzo delle sezioni ristrutturate e della zona ricreativa; se il Ministro voglia verificare e fornire prova dell’effettivo versamento delle somme dovute alle società che hanno effettuato i lavori di ristrutturazione della seconda sezione della Casa Circondariale di Rimini, come previsto dal Decreto di Liquidazione emesso dal Provveditorato Regionale dell’Emilia Romagna in data 26.08.2014 e nel caso in cui il D.a.p. risulti inadempiente se il Ministro voglia disporre l’immediata erogazione di quanto dovuto ai fini dell’apertura della seconda sezione; se il Ministro ritenga opportuno disporre che venga nominato un direttore in pianta stabile vista la situazione di assoluta necessità e urgenza sopra esposta; se il Ministro possa adoperarsi affinché venga colmata la grave lacuna a livello di organico per quanto attiene ai turni degli agenti di polizia penitenziaria che, con riferimento al numero di detenuti, per regolamento dovrebbero essere almeno il doppio di quanti ve ne sono oggi.

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