Il quarantenne è morto nella notte fra il 2 e il 3 marzo, a Firenze, mentre veniva arrestato Uno dei militari è accusato anche di percosse. La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro carabinieri e i tre soccorritori del 118 accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, il quarantenne deceduto nella notte fra il 2 e il 3 marzo, a Firenze, mentre veniva arrestato. Uno dei militari deve rispondere anche di percosse: un video girato dai passanti lo mostra mentre colpisce con qualche calcio Magherini, quando già era a terra immobilizzato. I familiari di Magherini sono convinti che non finirà come la vicenda di Stefano Cucchi, con le assoluzioni degli imputati. “Ciò che differenzia quella vicenda da quella di Riccardo – ha spiegato il fratello, Andrea – è che a mio fratello è successo tutto in una strada, con testimoni alle finestre”.
Quella notte i carabinieri intervennero nel quartiere fiorentino di San Frediano dopo l’allarme lanciato da alcuni passanti per una persona in stato di agitazione, che aveva infranto una vetrina e portato via un cellulare a una ragazza. Si trattava di Magherini. Le perizie hanno poi stabilito che aveva assunto cocaina e che era preda di una “excited delirium syndrome”.
I militari, ha scritto il pm Luigi Bocciolini nell’avviso chiusura indagini, “non senza difficoltà” lo immobilizzarono e ammanettarono. Poi lo tennero per alcuni minuti “prono a terra, esercitando anche pressione sulla regione scapolare e sugli arti inferiori”, situazione “idonea a ridurre la dinamica respiratoria”. Questa operazione fu “imprudente” e “non conforme alle direttive del Comando generale dei carabinieri”. In base alle perizie, dunque, la procura ritiene che la morte di Magherini sia stata causata da una “intossicazione acuta da cocaina associata ad un meccanismo asfittico”. Ai tre soccorritori, che arrivarono dopo la telefonata dei carabinieri al 118, viene contestato di non aver valutato correttamente la situazione e di non essere intervenuti per limitare gli effetti dell’asfissia.
I familiari di Magherini – che sono assistiti dallo stesso legale della famiglia Cucchi, l’avvocato Fabio Anselmo – hanno sempre parlato di “tortura”. “Riccardo – dissero dopo l’avviso chiusura indagini – è morto umiliato, picchiato e soffocato. Sarà un processo durissimo”.
“La richiesta di rinvio a giudizio – ha commentato oggi il legale dei carabinieri, l’avvocato Francesco Maresca – è l’atto successivo alla chiusura delle indagini. Attendiamo di conseguenza fiduciosi l’udienza preliminare. Già in quella sede cercheremo di chiarire la posizione dei carabinieri indagati”.