Decreto carceri in Aula il 22 luglio: misure compensative, nuovi emendamenti e dichiarazioni Onu per misure di indulto e clemenza
Non solo riduzione della condanna e risarcimenti in denaro nel decreto svuota carceri che arriva in aula per il voto martedì 22 luglio. La Commissione Giustizia ha infatti approvato anche due correttivi al decreto carceri (92/2014), uno che esclude la custodia cautelare in carcere quando si prevede una pena da eseguire non superiore a tre anni e, in merito, il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri ha precisato “Non sarà applicabile e quindi si potrà ricorrere alla custodia in carcere, in presenza di reati particolarmente gravi come mafia, stalking aggravato, maltrattamenti in famiglia aggravati, furto in abitazione, estorsione, ecc.”
E spiega: “Si potrà inoltre disporre la custodia in carcere, anche quando si prevede una pena inferiore ai tre anni, nei casi in cui l’imputato/indagato non dispone di un domicilio (cioè quando sia senza fissa dimora) dove poterlo mandare agli arresti domiciliari”. La seconda norma alza da 21 a 25 anni l’età di coloro che possono essere trattenuti negli Istituti penali per minorenni, lasciando “al magistrato di sorveglianza uno spazio di discrezionalità che gli permetterà di decidere dove collocare il giovane adulto (cioè la persona di età compresa tra i 21 e i 25 anni), se in carcere o in un Ipm, basando la propria decisione su finalità rieducative o di sicurezza”.
Nonostante il ministro Orlando abbia fatto sapere che “dall’inizio dell’anno, per effetto dei vari interventi normativi, i detenuti presenti nelle carceri al 15 luglio 2014 sono 55.805, con un decremento di ben 10.212 detenuti”, a farsi sentire è stata ancora una volta l’Onu.
“Quando gli standard minimi non possono essere garantiti in altro modo, il rimedio è la scarcerazione” ha detto Mads Andenas, uno degli esperti dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani che ha bocciato le condizioni di vita nelle carceri italiane definendole disumane. Stesso giudizio sui Cie, i centri di detenzione temporanei per i clandestini e i rifugiati politici, e ha invitato il governo al ricorso alle misure di clemenza di amnistia e indulto per risolvere definitivamente la situazione.
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