”La situazione resta allarmante nelle nostre carceri. Quello di oggi a Bari è l’ennesimo suicidio di un detenuto in un carcere italiano. L’uomo, 29 anni, si è impiccato in cella. Alla luce degli accadimenti che stanno attraversando le dinamiche penitenziarie in questo ultimo periodo occorre rivedere il sistema dell’esecuzione penale il prima possibile, altro che vigilanza dinamica nelle galere” Lo sottolinea il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per voce del segretario generale Donato Capece.
”Quella del suicidio è una notizia triste, che colpisce tutti noi che in carcere lavoriamo in prima linea, 24 ore al giorno. Ed è una sconfitta per lo Stato che a morire sia una persona detenuta. Basti pensare ad alcuni dati che devono fare seriamente riflettere. In carcere si muore, detenuti ed agenti. Negli ultimi tre anni, si sono totli la vita più di 30 poliziotti penitenziari e circa 190 detenuti. La situazione resta grave: ma va detto che poco è stato fatto per fare fronte all’endemica emergenza che tra l’altro determina difficili, pericolose e stressanti condizioni di lavoro per gli Agenti di Polizia Penitenziaria”, aggiunge Capece.