Lanciano, detenuto ferisce agente, «taglio all’addome di 30 centimetri»

cordatesaL’aggressione all’interno del carcere di Lanciano è avvenuta ieri e ne dà notizia il segretario provinciale Uilpa Ruggero Di Giovanni.
«Ciò che è accaduto ieri», racconta il referente, «rappresenta senz’altro l’episodio più grave dell’intera storia dell’istituto frentano». Da qui il racconto: un assistente capo di Polizia Penitenziaria è stato aggredito da un detenuto marocchino che, usando una lametta, gli ha provocato un profondo taglio al ventre lungo circa 30 centimetri.  Il detenuto, in carcere per lesioni personali e rapina, secondo il sindacato era già noto alle “cronache carcerarie” come una “testa calda” e proprio per la sua indole violenta è stato trasferito più volte in diversi istituti fino a giungere a Lanciano nel mese di marzo 2013.

«Quanto è accaduto», va avanti Di Giovanni, «mostra chiaramente i limiti imposti dall’amministrazione alla gestione dell’istituto frentano, da una parte la cronica carenza di personale che impone al personale turni massacranti e che ormai troppo spesso si concretizzano nel doppio turno (12 ore di servizio), in alcuni casi addirittura 17 ore di servizio consecutive e dall’altra l’assenza di un direttore titolare che comporta una discontinuità nella linea di comando creando l’habitat naturale dove i comportamenti borderline dei detenuti la fanno da padrone».

All’inizio del 2013 il direttore titolare è stato inviato a prestare servizio nell’istituto di Vasto con la reggenza del Carcere di Sulmona, mentre per il carcere di Lanciano è stata scelta la formula della “reggenza” da parte di Maria Lucia Avantaggiato che però, avendo altri incarichi presso il Carcere di Pescara ed il P.R.A.P. di Pescara riesce a garantire una presenza effettiva di soli 2/3 giorni settimanali.«È evidente che qualcosa non ha funzionato e continua a non funzionare ai vertici del carcere di villa Stanazzo», attacca ancora il sindacato, «il personale aveva più volte lamentato l’indole estremamente aggressiva del detenuto ed il fatto che lo stesso usava portare al seguito almeno una lametta; evidentemente questo, tutti i rapporti disciplinari e le minacce che lo stesso usava fare quando veniva contrariato non sono stati sufficienti a mettere in allerta le massime autorità dell’istituto, che non hanno saputo o voluto prendere i dovuti accorgimenti».Secondo i calcoli del sindacato questa sarebbe la quarta aggressione nel penitenziario dall’inizio dell’anno.

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