Sigaretta elettronica vietata in carcere. Il parere del magistrato alla richiesta di un detenuto, che voleva usarla in cella: “Può contenere dose letale di nicotina, è un rischio per i suicidi”. Il fumo fa male. Ma la sigaretta elettronica può essere perfino più pericolosa. Almeno in carcere. Perché i flaconi di nicotina utilizzati per la ricarica delle cartucce possono arrivare a contenere una dose da un grammo, che è letale. Insomma, in una cella la “bionda” elettronica potrebbe essere utilizzata per togliersi la vita. E aumentare, dunque, il rischio dei suicidi in carcere. Sembra essere questo il ragionamento seguito dal magistrato Gustavo Cioppa, che ha dato parere negativo alla richiesta presentata da un detenuto del carcere di Pavia.
L’uomo, fumatore che soffre di patologie respiratorie, ha chiesto di poter utilizzare in cella la sigaretta elettronica come alternativa al tabacco, che i medici gli hanno del tutto vietato. Il magistrato per esprimere il suo parere (che potrebbe ora indirizzare la decisione finale del magistrato Marco Odorisio, a cui spetta l’ultima parola sul caso), si è avvalso di una circolare dell’Istituto superiore di Sanità, che spiega come esistano due tipologie diverse di sigaretta elettronica, che può “contenere nicotina oppure esserne priva”.
Il primo prodotto, cioè quello che contiene nicotina, è stato pensato per imitare il sistema di inalazione della nicotina della sigaretta convenzionale senza avere però gli effetti dannosi provocati dalla combustione del tabacco.
“Proprio per questo per questi sistemi sono raccomandate nei luoghi pubblici le stesse restrizioni previste per ridurre il fumo convenzionale di seconda mano”, si legge nella circolare dell’Istituto superiore di sanità. In altre parole, anche la sigaretta elettronica contiene i rischi legati al fumo passivo, che andrebbero quindi scongiurati. Ma in carcere (dove peraltro il fumo di sigaretta è consentito) c’è, secondo il magistrato, un’aggravante ulteriore.
Gli istituti penitenziari, infatti, hanno anche l’obbligo della tutela della persona e devono porsi il problema di tutto ciò che potrebbe mettere a rischio l’incolumità del detenuto o essere utilizzato come metodo per portare a termine un suicidio.
“In carcere vanno vietati tutti quei comportamenti che possono portare a gesti autolesivi”, è il ragionamento del pubblico ministero Cioppa. Ma in che modo la sigaretta elettronica potrebbe essere utilizzata per togliersi la vita? Al quesito risponde ancora la circolare dell’Istituto superiore di Sanità: “Particolarmente pericolosi risultano i flaconi contenenti nicotina, la cui ingestione può aumentare il rischio di overdose e di morte. I flaconi possono contenere fino a un grammo di nicotina, mentre la dose letale è stimata tra i 30 e il 60 milligrammi.
Si dovrebbero pertanto valutare gli effetti sulla salute pubblica derivanti dal facile accesso a dosi letali di nicotina che sono vendute in un prodotto gradevolmente aromatizzato”. A questo punto sulla richiesta del detenuto dovrà decidere il magistrato Odorisio, che già nei prossimi giorni potrebbe sciogliere la riserva.
12/06/2013