Spoleto: ergastolano di 53 anni si impicca; è il 26° suicidio del 2011 nelle carceri italiane
3 giugno 2011
L’uomo si è tolto la vita nella sua cella, aveva 53 anni. Inutili i soccorsi. Indagini in corso della polizia penitenziaria.
Un detenuto del supercarcere di Maiano di Spoleto si è tolto la vita nella tarda mattinata di oggi all’interno della sua cella. La notizia, trapelata poco fa, trova i primi riscontri ufficiali. La polizia sta già eseguendo i primi rilievi per ricostruire la dinamica. L’uomo, originario della provincia di Vibo Valentia, aveva 53 anni e stava scontando una pena all’ergastolo.
Inutili i soccorsi degli agenti della penitenziaria che non hanno potuto far altro che constatare il decesso: l’uomo, con ogni probabilità, si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo. L’allarme è scattato alle 12.15 ma per il detenuto non c’era più nulla da fare. Con quello di oggi sale a 26 la lista dei suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno e a 71 il totale dei detenuti morti. Una lunga scia di sangue che sembra destinata a battere i già tristi primati degli scorsi anni.
Ecco cosa scrive Gino Rannesi, compagno dell’ergastolano suicida:
Quasi nessun giornale ne ha parlato, poco è trapelato e questa morte è passata ancor più inosservata delle altre tra l’indifferenza di chi non vuole rendersi conto della carneficina che si sta consumando dentro le nostre galere.
Venerdì 3 giugno si è impiccato a Spoleto un uomo condannato all’ergastolo, già in carcere da 22 anni.
Due giorni prima aveva avuto conferma di avere una pena ostativa ai benefici penitenziari. Sapete che significa allo stato attuale? Nessuna possibilità di uscire, MAI, un REALE FINE PENA MAI che dura fino alla MORTE, tutti i santi giorni in carcere fino alla morte. Nazareno non ce l’ha fatta e due giorni dopo averlo saputo, alla prima occasione in cui è rimasto solo, ha preferito la MORTE, ha scelto di morire. E’ desolante e demoralizzante tutto questo, oltre che profondamente ingiusto, di un’ INGIUSTIZIA CHE URLA, ma l’urlo questa volta è addirittura quello di un morto; non ci rimane che l’assurda speranza che questa morte possa toccare il cuore di qualche giudice e legislatore. Sì, lo so, non lo saprà nessuno, tutto già è nell’oblio e la morte di Nazareno forse è stata vana, ma noi siamo dei sognatori, LASCIATECI SOGNARE:
SOGNAMO UN FINE PENA PER TUTTI CHE NON SIA LA MORTE.
Ecco cosa scrive Gino Rannesi, compagno dell’ergastolano suicida:
Silenzio ! ! !
Un ergastolano
OSTATIVO si è appena suicidato.
Nelle sezioni di
alta sicurezza è piombato un silenzio assordante.
NAZARENO ha
staccato la spina. Si è impiccato.
Perché ?
Forse perché
stava poco bene?
Forse perché dopo
22 anni di galera si era stancato?
Pochi giorni fa
lo stesso aveva appreso la notizia che la sua istanza tendente a ottenere un
permesso era stata rigettata.
La motivazione
per la quale Nazareno si è visto negare il permesso non ve la dico. Tanto la
sapete già. Ne abbiamo parlato tante volte, ricordate?
Chi viene
condannato all’ ergastolo ostativo può usufruire dei benefici penitenziari solo
a condizione che questo diventi un delatore, un collaboratore di giustizia. Te
la devi cantare ! ! !
Chi sono gli ergastolani ostativi?
Ebbene, non ve lo dico.
Tanto lo sapete già.
Ne abbiamo parlato tante volte, ricordate?
Gli ergastolani ostativi sono coloro che a torto o a ragione avrebbero ucciso altri pregiudicati
in un contesto di “guerra”.
Non so perché
Nazareno abbia deciso di togliersi la vita, immagino però quello che avrà detto nel momento in cui ha
dato un calcio allo sgabello. Fanculo ! ! !
Ciao Nazareno