Da alcune ore i detenuti ristretti negli istituti penitenziari di Verona Montorio e Venezia Santa Maria Maggiore stanno protestando contro il sovrappopolamento e le condizioni di reclusione.
“Monitoriamo con una certa preoccupazione quanto accade a Verona, dove la polizia penitenziaria è impegnata a mantenere la situazione sotto controllo – dichiara Eugenio Sarno, segretario generale della Uil Pa Penitenziari.
Nelle scorse ore, infatti, i detenuti non hanno dato vita solo alle classiche battiture delle stoviglie contro le grate ed i cancelli ma hanno anche appiccato tanti mini roghi e fatto scoppiare diverse bombolette, mettendo a serio rischio la sicurezza e l’incolumità. Ieri pomeriggio, dopo che il comandante ed il direttore hanno incontrato i detenuti ed ascoltato le loro ragioni, la protesta è in parte rientrata. A Venezia, invece, i detenuti hanno annunciato che da oggi, e sino a giovedì prossimo, si asterranno dal consumare il vitto fornito dall’amministrazione penitenziaria”.
Anche il Regina Coeli di Roma è stato attraversato da momenti di tensione, causa le proteste dei detenuti. La Uil Pa Penitenziari non nasconde “la propria preoccupazione su quanto sta accadendo in alcuni istituti di pena e il timore di una protesta generalizzata, che rischia di non poter essere controllata e gestita”. Proprio ieri il segretario generale della Uil Pa Penitenziari aveva inoltrato al presidente della Repubblica un accorato appello perché sensibilizzasse il governo ed il parlamento a trovare le necessarie soluzioni per quello che Eugenio Sarno definisce “il dramma penitenziario”.
E riguardo a Rebibbia:
Ansa, 18 maggio 2011
Il garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni trasmette il testo ai presidenti di Camera e Senato, al premier Berlusconi e al ministro della giustizia Alfano.
Uno sciopero della fame, la tradizionale battitura sulle sbarre delle celle e, soprattutto, un Disegno di Legge contro il sovraffollamento. È questa la singolare forma di protesta scelta dai detenuti del carcere romano di Regina Coeli.
Lo sciopero della fame, in corso da domenica 15 maggio, è stato interrotto grazie all’intervento del Garante dei Diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni che ha promesso ai reclusi di trasmettere immediatamente il testo del loro Ddl alle massime istituzioni dello Stato. Il testo scritto dai detenuti è stato inviato dal Garante al premier Silvio Berlusconi, ai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, al ministro della Giustizia Angelino Alfano e ai presidenti dei gruppi parlamentari dei due rami del Parlamento.
“Da domenica – ha detto Marroni – i detenuti hanno iniziato a protestare pacificamente per denunciare le drammatiche condizioni di vita nelle carceri. Mi sono impegnato a sostenere le loro ragioni perché il loro grido di allarme sulla situazione degli istituti italiani è lo stesso che, ormai da mesi, lanciamo invano anche noi. Ho giudicato le loro richieste estremamente ragionevoli, anche in considerazione delle difficoltà della magistratura di sorveglianza degli operatori e degli agenti di polizia penitenziaria per le condizioni date in primo luogo dal sovraffollamento”. La proposta di disegno di legge preparata dai detenuti è composta da quattro articoli ed è volta a “garantire la celerità del processo penale e l’accesso alle misure alternative al condannato che ne risulti meritevole.” “I detenuti – ha concluso Marroni – non vogliono premi né indulgenze ma solo certezza di giustizia. Sono infatti convinti che, con le loro proposte, si arriverà a snellire le procedure, e con un minore afflusso di detenuti potranno migliorare le condizioni di vita nelle carceri”.