È morto tre giorni dopo aver tentato il suicidio nel carcere delle
Vallette, Antimo Spada. Il 35enne originario di Aversa, esponente dei
Casalesi di secondo piano, era stato arrestato nel 2005.
Secondo quanto si apprende, l’uomo, che doveva scontare ancora nove anni
di condanna all’interno del penitenziario “Lorusso e Cotugno” si era
impiccato in cella domenica pomeriggio. Era stato subito soccorso dagli
agenti di polizia penitenziaria che l’avevano trasferito all’ospedale
Maria Vittoria. Spada che si trovava nella settima sezione – blocco A
del carcere era sottoposto a regime di alta sicurezza.
Dall’inizio
del mese, oltre al suicidio di Antimo Spada, abbiamo raccolto
segnalazioni di altri tre detenuti morti nelle carceri italiane: al
Nuovo Complesso di Rebibbia, Roma, il 3 luglio è morto Hugo Cidade, 47
anni, argentino. Aveva una cirrosi epatica, patologia già ampiamente
diagnosticata e per cui pare i medici del carcere avessero già da tempo
dichiarato l’incompatibilità con il regime carcerario. Nonostante questo
è rimasto in cella e vi è morto.
Tra il 7 e l’8 luglio, nel carcere
di Napoli Secondigliano sono morti due detenuti italiani, sembra a causa
di gravi malattie di cui erano affetti. Non sappiamo altro su di loro,
né i nomi né l’età.
Con questi ultimi 4 casi salgono così a 101 i
detenuti morti da inizio anno: 30 si sono impiccati, 7 sono morti per
avere inalato del gas (4 di loro si sono suicidati, per gli altri 3
probabilmente si è trattato di un “incidente” nel tentativo di
sballarsi), mentre 64 detenuti sono morti per malattia, o per cause
ancora da accertare. In 10 anni i detenuti morti sono stati 1.699, di
cui 591 per suicidio.
Fonte: Ristretti Orizzonti