I detenuti dei due penitenziari di Padova
protestano da ieri sera per le condizioni di sovraffollamento, battendo
le stoviglie contro le sbarre delle celle. La tensione è salita e i
detenuti hanno già annunciato che nelle prossime ore attueranno il
rifiuto del vitto del carcere. "È una protesta pacifica, i detenuti
vivono in tre in celle da 8 mq" racconta a CNRmedia un volontario.
"È
iniziato tutto ieri, quando è arrivato un camion carico di brande e
questo di solito fa presagire l’arrivo di detenuti da altre carceri"
racconta a CNRmedia un volontario di Ristretti Orizzonti. "La casa di
reclusione di Padova è una struttura che ha circa quattrocento posti, i
detenuti sono più del doppio. Le celle di 8 mq ora sono occupate da due
persone e si sta mettendo la terza branda. Ci sono anche tanti detenuti
ergastolani, e la legge per loro prevede che siano in celle singole".
"Nella
casa circondariale – prosegue – la situazione è anche peggiore, perché
lì sono dichiarati 200 posti come capienza regolamentare ma in realtà
quelli fruibili sono un centinaio e i detenuti sono 260. Nelle celle ci
sono fino a dieci persone, e prevalentemente si tratta di persone
appena arrestate con le problematiche del caso: se si tratta di un
tossicodipendente avrà crisi di astinenza, e molto altre situazioni di
disagio".
"Non sono manifestazioni violente – conclude -. I
detenuti protestano con la solidarietà della polizia penitenziaria, che
da parte sua vive con molto disagio questa condizione di
sovraffollamento. Pur facendo il loro lavoro, che è quello di evitare
condizioni di rischio, c’è tutto sommato solidarietà".
CNRmedia
CARCERI: SAN VITTORE, PROTESTA ‘RUMOROSA’ CONTRO SOVRAFFOLLAMENTO
(AGI)
– Milano, 4 giu. – Protestano da due giorni i detenuti del carcere
milanese di San Vittore contro il sovraffollamento e le conseguenti
precarie condizioni di vita. Una protesta che vuole farsi sentire: per
un paio d’ore ogni sera, a partire dalle 18.30/19, i detenuti battono
pentole, coperchi, inferriate e tutto quanto possa fare rumore.
“Qualcuno brucia le lenzuola della cella e altri fanno esplodere
qualche bomboletta di gas monouso”, spiega Angelo Urso, segretario
nazionale della Uil Pa penitenziari.
A parte il rumore e i danni
alle suppellettili – garantisce il sindacalista – non si registrano
situazioni critiche nei confronti del personale di polizia
penitenziaria, che e’ pero’ in stato di allerta.
“San Vittore –
dice Urso – dovrebbe ospitare 900 detenuti ma oggi ne conta 1592. Le
richieste di sfollamento vanno a rilento perche’ la ricettivita’
nazionale e’ ormai al limite. Si registrano anche difficolta’ ad
attuare i trasferimenti”. “Quand’anche arrivasse lo sfollamento –
prosegue il sindacalista – si dovrebbe poi fare i conti con le
difficolta’ ad acquistare i biglietti aerei perche’ i fondi sono
esauriti da un pezzo e, anzi, l’istituto ha centomila euro di debiti
con le agenzie di viaggio”.
Il sindacato ha chiesto anche, in
una lettera inviata ieri, l’intervento del presidente del consiglio,
Silvio Berlusconi, che “a gennaio aveva proclamato lo stato di
emergenza nazionale nelle carceri. Ad un provvedimento del genere –
spiega ancora Urso – avrebbero dovuto seguire provvedimenti urgenti e
adeguati che, invece, non ci sono stati”. La ricettivita’ delle
strutture non e’ sufficiente, lamenta il sindacato. Il personale di
polizia penitenziaria – spiegano – continua a diminuire per effetto dei
pensionamenti e del mancato turn over, le risorse economiche
diminuiscono per effetto dei tagli e la condizione degli istituti
penitenziari si fa sempre piu’ drammatica, soprattutto per chi ci
lavora.