È stato un fine settimana di autentica follia quello appena trascorso nel carcere di Saluzzo. Alcuni gravi eventi posti in essere da alcuni detenuti hanno messo in serio pericolo la sicurezza della Casa di Reclusione, comunque presidiata al meglio dagli uomini della Polizia Penitenziaria. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE che sollecita «urgenti determinazioni per il carcere saluzzese e la sospensione del regime penitenziario aperto, concausa di situazioni di allarme tra le sbarre».
Il resoconto della giornata di follia è affidata a Vicente Santilli, segretario regionale SAPPE per il Piemonte: «Nella giornata di venerdì, presso il Reparto isolamento della Casa di Reclusione di Saluzzo, è iniziata una protesta da parte di 5 detenuti, di cui uno ad Alta Sicurezza, che hanno distrutto tutti gli arredi ubicati nelle proprie celle; nella giornata di sabato, intorno alle ore 10, sempre gli stessi detenuti hanno bruciato materassi e lenzuola, causando un grosso incendio all’interno del reparto sopracitato. Sono intervenuti tempestivamente una serie di eroici Agenti di Polizia Penitenziaria che hanno portato in salvo tutti i detenuti. Gli Agenti sono stati condotti al primo nosocomio per le cure del caso, la maggior parte di loro ha riportato forte intossicazione da fumo. Poteva essere una tragedia…».
Il SAPPE esprime il proprio «plauso al personale di Polizia Penitenziaria che, tra mille difficoltà, cerca quotidianamente con professionalità e spirito di sacrificio di mantenere ordine e sicurezza nell’istituto saluzzino, nonostante la carenza di organico e l’affollamento di 269 detenuti, 18 imputati e 251 condannati. 109 gli stranieri».
Da Roma, il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece aggiunge: «Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri, espellendo i detenuti stranieri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunché. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati».
Capece conclude sostenendo che «la Polizia Penitenziaria continua a “tenere botta”, nonostante le quotidiane aggressioni. Altro che dichiarazioni tranquillizzanti, altro che situazione tornata alla normalità, altro che le reazioni stizzite delle Camere Penali ai nostri costanti allarmi sulla critica quotidianità delle carceri italiane. Le polemiche strumentali e inutili come le loro non servono a nessuno. I problemi del carcere sono reali, come reale è il dato che gli eventi critici nei penitenziari sono in aumento da quando vi sono vigilanza dinamica e regime aperto per i detenuti […] Quelli del carcere non sono problemi da nascondere come la polvere sotto gli zerbini , ma criticità reali da risolvere. I numeri dei detenuti in Italia sarà pure calato, ma le aggressioni, le colluttazioni, i ferimenti, i tentati suicidi e purtroppo anche le morti per cause naturali si verificano costantemente, spesso a tutto danno delle condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria che in carcere lavora 24 ore al giorno. Con buona pace di talune dichiarazioni corporative che non rappresentano affatto la realtà quotidiana che si vive nelle nostre strutture detentive. È sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Come dimostra quel che è accaduto questo fine settimana nella Casa di Reclusione di Saluzzo».