COMPLICI E SOLIDALI. Come sempre!

Venerdì 11 luglio un’ennesima operazione repressiva si abbatte sul
movimento No Tav. Tre compagni di Milano, Lucio, Graziano e Francesco
vengono prelevati all’alba e portati in carcere . L’accusa per tutti è di aver partecipato all’azione dello scorso 13 maggio (lo stesso fatto per cui si trovano da mesi in carcere Mattia, Chiara, Claudio e Nico) e devono rispondere di danneggiamento, incendio, violenza a pubblico
ufficiale, detenzione e fabbricazione di ordigni.
Vediamo manifestarsi una prosecuzione del tentativo già fatto con
gli arresti precedenti di spezzare e dividere un movimento che finora ha
sempre reagito in maniera unita a questo tipo di iniziative.

 

Dopo gli arresti eclatanti del 26 gennaio 2012 in cui finirono coinvolti
anche cittadini e esponenti locali della Valle, gli ultimi arresti e
misure cautelari si sono concentrati su militanti esterni, per provare a far passare
la tesi che in Val Susa esistono due movimenti. Da una parte uno pacifico e colorato,
di marce popolari e polentate, dall’altra uno violento e pericoloso, tendenzialmente eteroctono, che si renderebbe protagonista di azioni che il movimento disconosce.

Questa tesi a oggi non passa grazie alla costante compattezza del movimento, in tutte le sue componenti, come dimostrato dall’oceanico corteo di Torino del 10 maggio 2014, quando decine di migliaia di solidali sono scesi in piazza per chiedere la scarcerazione dei compagni arrestati.


Il ricorso ad arresti mirati con evidenti sproporzioni d’accusa rispetto al fatto contestato (il danneggiamento di un generatore) non è il solo metodo che la magistratura attua cercando di isolare compagn* impegnati nella lotta contro il TAV. Gli arrestati vengono sottoposti a regimi di
carcerazione speciale che prevedono isolamento, restrizioni dei colloqui e delle comunicazioni con l’esterno fino ad arrivare al processo in videoconferenza, tutti trattamenti una volta riservati ai
sottoposti al 41 bis, il cosiddetto carcere duro che nell’idea di molte persone, è una cosa riservata ai mafiosi.

Al minimo accenno di radicalità, di rifiuto delle deleghe e di alterità all’esistente un movimento viene represso o perlomeno ostacolato tramite arresti mirati e misure cautelari che puntano a escludere e isolare dalle lotte elementi attivi e determinati, oltre che a
spaventare e a dissuadere tutte le altre persone che ne fanno parte.
E questo riguarda sia la lotta ormai ventennale della Valle, ma anche chi
occupa una casa e chi resiste agli sgomberi, chi difende il proprio territorio dalla voracità del capitale e chi difende il proprio posto di lavoro dalla rapacità di padroni sempre più arroganti, chi resiste alla devastazione dei territori e delle vite, chi sostiene la pratica dell’azione diretta e del sabotaggio.

Complici e solidali, come sempre.
Lucio, Francesco, Graziano liberi!!
Liberi tutti!!


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