BIELLA – Il suo futuro è già deciso perché la giunta regionale lunedì ha deliberato il programma per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (6 in tutta Italia) che prevede l’apertura di due strutture sanitarie extraospedaliere, una a Bioglio e una ad Alessandria, con uno stanziamento di 12,5 milioni di euro (per il 95 % a carico dello Stato). Ma la residenza sanitaria Madonna Dorotea di Bioglio è sotto i riflettori perché la sua chiusura è imminente (il 30 settembre) e ci sono problemi nel piano di assorbimento del personale: 27 dipendenti sono salvi, gli altri 8 rischiano di rimanere a casa dal 1 ottobre, seppure con il sostegno della cassa integrazione in deroga già patteggiata dai sindacati con la cooperativa Bios (che gestisce la casa di riposo) fino al 31 dicembre.
«Sino ad agosto la situazione pareva definita – dice Lorenzo Boffa della Cgil -. I pazienti, una ventina, inviati dall’ospedale per la lungodegenza si sarebbero trasferiti al Degli Infermi, insieme a una parte del personale, nel reparto post-degenza gestito da Bios; i 20 ospiti della casa di riposo e il resto dei dipendenti si sarebbero divisi tra la casa di riposo di Sordevolo (12 anziani e 5 operatori) e quella di Netro (8 anziani e 4 operatori)». Tutto bene per la lungodegenza e Netro. Ma Sordevolo non è comodo per tutti e alcune famiglie hanno scelto per i propri parenti altre residenze. Così Sordevolo può assorbire solo 2 operatori potendo contare su un numero minore di rette e gli altri si aggiungono a chi ancora non ha una collocazione.
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