“Dopo la diminuzione di presenze di Ferragosto, nelle carceri italiane è ripresa la crescita della popolazione detenuta con un media di 40 ingressi in più al giorno”. A sottolineare ancora una volta la drammatica situazione delle carceri italiane è l’Osapp, Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria.
“Osservando i dati delle presenze del 19 agosto (66.605) del 21 agosto (66.660) al 22 agosto (66.754) – osserva il segretario generale, Leo Beneduci – quella che emergerebbe è anche la cessazione degli effetti deflattivi provocati dalla legge sulle detenzioni domiciliari, con 12 mesi di pena residua e della decadenza del reato di immigrazione clandestina.
Comunque, 66.754 detenuti in carcere, alla data di ieri 22 agosto, rappresentano il 46,3% in più rispetto ai posti disponibili (45.647) anche se la capienza detentiva massima tollerabile è fissata, secondo il Dap, a 69.126 detenutì.
“Peraltro, anche la capienza massima, cosiddetta ‘tollerabilè, che dovrebbe rappresentare il limite invalicabile del sistema penitenziario – indica ancora l’Osapp – è stata superata in 7 regioni su 20 e in particolare: in Puglia (+582 detenuti), in Lombardia (+287), in Veneto (+178), nelle Marche (+135), in Liguria (+79), in Friuli (+62) e in Emilia Romagna (+20)”.
“La Puglia, con l’80% in più di detenuti più (pari a 1.982), detiene anche il record negativo delle presenze detentive risposto ai posti disponibili – ricorda il sindacato – seguita dalla Lombardia con il 73% in più (4.038), dall’Emilia Romagna con il 68% in più (1.640), dal Friuli con il 65% in più (355) e dal Veneto con il 62% in più (1.225)”.
“I dati sulle presenze di detenuti sono inequivocabili e la situazione negli istituti di pena, per drammaticità, promiscuità e illegalità è tutt’altro che in via di miglioramento, – denuncia l’Osapp – così come permane inalterato, secondo le parole del Presidente della Repubblica di fine luglio: l’abisso che separa la realtà carceraria di oggi dal dettato costituzionale sulla funzione rieducatrice della pena e sui diritti e la dignità della persona, per cui il Parlamento e il Guardasigilli Nitto Francesco Palma non indugino nell’esame e nell’adozione dei provvedimenti urgenti che le condizioni delle carceri, di chi vi lavora e dell’utenza rendono non più differibili”.
Fonte: Adnkronos, 23 agosto 2011