Contro ogni gabbia, contro ogni oppressore – CELLO LIBERO

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CONTRO OGNI GABBIA, CONTRO OGNI OPPRESSORE. CELLO LIBERO!

Giovedì 8, verso le 23.30, a Saronno un compagno e una compagna vengono fermati sotto casa dalla polizia. I 6 agenti in borghese ammanettano subito il compagno. Insistentemente viene chiesto loro cosa stesse succedendo; la risposta è: “c’è stata una rapina e abbiamo la targa di questa macchina”. Una volta controllati i documenti gli sbirri capiscono di non aver trovato chi stavano cercando: tolte le manette, risalgono in macchina e se ne vanno a tutta velocità.

La storia della rapina puzza incredibilmente di cazzata.

Circa mezz’ora dopo alla stazione ferroviaria di Milano Cadorna vengono fermati quattro compagni da una decina di sbirri in borghese che si scagliano subito su uno dei quattro bloccandolo e cercando di ammanettarlo. Dopo vari minuti di parapiglia gli sbirri riescono ad arrestarlo senza dare informazioni sul motivo e sul luogo in cui lo porteranno.

Alle 5 del mattino gli agenti si presentano a casa del compagno per la perquisizione e solo in quel momento si capisce che è stato arrestato con le accuse di resistenza aggravata e lesioni per i fatti del 31 dicembre a Torino.

“Il classico saluto di capodanno ai detenuti del carcere delle Vallette questa volta si è rivelato più movimentato del solito. Tra la sessantina di persone circa accorse per l’occasione, qualcuno ha pensato bene di concedersi una pausa dal consueto utilizzo verticale degli artifizi pirotecnici, provocando un po’ di scoppi e scintille colorate tra le gambe dei plotoni di celere schierati a difesa delle recinzioni. Qualche carica e qualche lancio di tutta risposta e, a quanto si legge dai giornali, una poliziotta della scientifica (di quelle in borghese sempre con la telecamera in mano, si può presumere) ferita da una bottiglia e ricoverata in ospedale. Una scena non così usuale che speriamo abbia strappato un inaspettato e meno annoiato sorriso ai detenuti accorsi alle finestre, a guardare e urlare”. (tratto da macerie.org)

Oltre a Cello, l’operazione ha coinvolto 5 compagni di Torino per i quali sono previste le misure cautelari del divieto di dimora e dell’obbligo di firma.

Non ci interessa se le accuse siano vere o meno, la verità dei tribunali non è la nostra.

Quello che ci importa è che il saluto al carcere era, come tanti altri, un momento di solidarietà ai detenuti e lotta contro ogni gabbia.

Quello che ci importa è che continueremo a lottare contro le galere fino a che non bruceranno tutte perchè sono parte di un mondo che ci opprime, ci divide, ci nega libertà. Continueremo a odiare e scagliarci contro gli sbirri perchè sono quelli che, ogni giorno per le strade, alle frontiere, nei quartieri, concretamente cercano di reprimerci, opprimendoci, dividendoci e negandoci la libertà.

Anche se fisicamente ci hanno portato via Cello e rimarremo divisi finchè non uscirà, continueremo a portare avanti le lotte che ci hanno uniti in tutti questi anni e che ci uniranno ancora.

La miglior difesa è l’attacco. La migliore solidarietà è la lotta.

Sappiamo bene chi siamo e cosa non vogliamo.

CELLO LIBERO, LIBERTÀ PER TUTTI E TUTTE

SOLIDARIETÀ A PISE, GIULIO, QUARA, SALVATORE E PAOLO

Per scrivere a Cello: Marcello Ruvidotti, casa circondariale Lorusso e Cutugno, via Maria Adelaide Aglietta 35, 10149 Torino


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