Sulmona – Un caso di legionella in carcere Disposte analisi sull’acqua

cordatesaAllarme legionella prima di Ferragosto all’interno del penitenziario di via Lamaccio a Sulmona. Il recluso, detenuto nel reparto di Alta Sicurezza, è attualmente ricoverato nel reparto Malattie Infettive dell’ospedale «San Salvatore» dell’Aquila perchè risultato positivo al test per la legionellosi. Il caso, scattato a ridosso del 15 agosto, è stato immediatamente isolato anche se, al momento, non si capisce bene dove sia stato contratto. Il batterio della legionella che di solito si annida nelle condutture idriche oppure negli impianti di areazione potrebbe anche essere stato raccolto fuori dalla struttura carceraria, visto che, intorno ai primi dell’agosto scorso, l’uomo ha dovuto effettuare diversi controlli in ospedale per una serie di problemi pregressi. Tre giorni fa, i primi controlli. All’interno della struttura penitenziaria ci sono stati i sopralluoghi dei tecnici dell’Arta e della Asl per effettuare i prelievi del caso ed attivare così la profilassi che per il momento ha visto l’effettuazione dello shock termico e della clorazione delle tubature. Le condutture idriche, almeno dai primi controlli, non sembrano rilevare nulla di particolare, anche se la Asl e l’Arta hanno ritenuto opportuno prelevare campioni di acqua per verificare la presenza o meno del batterio. Un modo per scongiurare altre eventuali contaminazioni. Se da una parte sembra che ad oggi nessun altro caso sia stato rilevato, dall’altra le organizzazioni sindacali, ed in particolar modo la Uil penitenziaria, vogliono vederci chiaro. Proprio due giorni fa la Uil ha inviato una missiva alla direzione del carcere per avere cognizione di quanto realmente sta accadendo presso la casa di reclusione e del perchè gli addetti del servizio di prevenzione e protezione non siano stati messi al corrente della situazione. «Siamo molto preoccupati – ha sottolineato il segretario provinciale della Uil, Mauro Nardella – soprattutto perché la direzione non ha ufficializzato nulla. Ma purtroppo, all’interno della struttura la voce corre nei corridoi del carcere aumentando sempre più la preoccupazione tra gli altri detenuti e il personale. Intanto – continua – latitano le riunioni periodiche che i servizi di prevenzione e protezione dovrebbero fare annualmente per avere sotto controllo la situazione dei detenuti e vorremmo capire il perché. Inoltre, non si capisce ancora bene chi dovrebbe svolgere il ruolo di responsabile del servizio stesso visto che il carcere è soggetto a questo tipo di problematica». A preoccupare, inoltre, le associazioni sindacali è l’assenza all’interno delle celle dell’aria condizionata che nei giorni scorsi, a causa della grande afa, sono state trasformate in autentici forni. Aria condizione che appare necessaria visto che mancano le prese d’aria. La situazione al momento sembra sotto controllo, anche se si dovranno attendere i risultati ufficiali delle analisi effettuate. Intanto, gira voce che il detenuto tra qualche giorno dovrebbe essere dimesso e reintrodotto in carcere visto che il batterio sembra essere stato debellato.

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