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Poliziotto aggredito con una lametta da un detenuto del carcere di Alessandria

cordatesaDetenuto aggredisce con una lametta un polizotto penitenziario nel carcere di Alessandria.

Ieri mattina presso la Casa di Reclusione San Miche di Alessandria un detenuto di nazionalità magrebina ha posto in essere un tentativo di aggressione con l’uso di una lametta nei confronti dell’Agente di Polizia Penitenziaria operante nella sezione detentiva.

L’episodio non ha avuto un tragico epilogo solo per la prontezza di riflessi di altri colleghi della Polizia Penitenziaria giunti immediatamente sul luogo, che con sprezzo del pericolo e dimostrando alta professionalità, hanno provveduto ad immobilizzare e ricondurre alla tranquillità l’aggressore e a prestare soccorso al collega.

Fonte


Aggiornamento su Alfredo – ROS e RIS – lettera

carabinieri_500La mattina del 19 febbraio 2013  Alfredo Cospito, in carcere ad Alessandria,  riceve la visita di un manipolo di  carabinieri del Ros di Genova che gli notificano di essere indagato dalla procura di Genova, pm  Federico Manotti ,articolo 280 cp , per un attentato dinamitardo avvenuto a Parma il 24/10/2005 , in particolare un  ordigno esplosivo nei pressi della sede dei Ris  rivendicato all’ epoca dalla Federazione Anarchica Informale/Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini. Alfredo rifiuta il prelievo del Dna e la cella viene perquisita per prelevare spazzolino e rasoi. Sappiamo che Alfredo irride questa ennesima vendetta dello stato nei confronti di chi non ha alcuna intenzione di piegarsi . Sappiamo che gli stessi sbirri ammettono ufficiosamente di avere una banca dati del dna dei sovversivi   e che quindi questi prelievi  hanno uno scopo provocatorio . A chi da fuori osserva la situazione vengono spontanee alcune domande . Perchè la procura di Genova nel 2013 indaga su di un fatto avvenuto a Parma 7 anni prima? Perchè  proprio ora che l ‘ indagine sul ferimento di Adinolfi, per Alfredo e Nicola , è in procinto di chiudersi ? La prima risposta, la più spontanea , la procura di Genova ha per le mani 2 anarchici in custodia cautelare  per un attacco a firma Fai/Fri, perchè non cercare di indagarli , a priori, per tutti i casi irrisolti degli ultimi anni ? La risposta è scritta nello stesso incipit del decreto di sequestro probatorio, ” Ritenuta la sussistenza del fumus del reato di cui sopra ”  (sic… )  Qualche ulteriore  delucidazione la può fornire  la lettura di qualche velina giornalistica rastrellata dalla rete (cfr Corriere della Sera 12 maggio 2012 ‘Messaggio degli anarchici, colpiremo  altre 7 volte ‘- Corriere della Sera 13 maggio 2012’Genova, quella pista sul terrorismo che porta in Grecia’- Il secolo XIX,15 giugno 2012 Bombe a Genova , gli arrestati nel mirino). Ben sappiamo  quale sia  lo sporco lavoro in tandem di magistrati e giornalisti, ma qualche notizia da interpretare emerge comunque. Il Pm  Federico Manotti risulta titolare  da almeno un anno, di indagini negli ambienti anarchici liguri e del nord Italia relativamente ad una serie di attacchi  firmati da diversi gruppi  Fai/Fri , avvenuti a Genova, Milano , Parma, probabilmente da questo arriva quest’ ultimo ripescaggio genovese.Rimane ferma e incondizionata la solidarietà ad Alfredo e a quanti fuori e dentro le galere non si piegano ai tentativi repressivi e rilanciano con forza le pratiche di lotta ed attacco all’ esistente.

stiloOggi, 18 febbraio, interrompo il mio sciopero della fame  avendo ricevuto comunicazione che a  marzo potrò vedere Anna, naturalmente non ripongo nessuna fiducia in quello che il mio nemico dichiarato promette.Sergio continua, in sua solidarietà ho spaccato le bocche di lupo della mia cella ( pannelli opachi che impediscono la vista al di fuori delle finestre ). I miei ringraziamenti ai fratelli e sorelle cileni della Celula Antiautoritaria Insurrecional Panagiotis Argirou Fai/ Fri, ai fratelli e sorelle della Cospirazione delle Cellule di Fuoco Fai/Fri, che con le loro azioni e parole mi hanno sostenuto.Un abbraccio solidale a Marco Camenish ed a Gabriel Pombo da Silva. Solo l’ azione rende liberi. Distruggi ciò che ti distrugge.
                                                                                             Alfredo Cospito

Prigionieri – Saluto sotto il carcere di Alessandria

diffondiamo da informa-azione

salutoGiovedì 14 febbraio intorno alle 16, una ventina di compagni hanno improvvisato un saluto sotto il carcere di Alessandria per esprimere la nostra solidarietà a due nostri compagni, Sergio ed Alfredo, in sciopero della fame da diversi giorni per l’impossibilità di avere i colloqui con le loro compagne. In diversi interventi è stato poi ricordato come nel carcere di Alessandria esista una sezione di AS2 in cui sono rinchiusi solo compagni anarchici, una separazione evidentemente voluta dalle autorità per indebolire preventivamente la nascita e lo sviluppo di conflitti, in un momento in cui l’insofferenza per le condizioni di prigionia sempre più dure rischia di far esplodere la rabbia un po’ ovunque. Sono poi stati salutati alcuni prigionieri comuni da poco trasferiti lì per motivi punitivi e si è infine ricordato del comunicato fatto uscire dai prigionieri di Saluzzo in cui oltre ad avvertire del possibile inizio di una protesta si esprimeva solidarietà ai prigionieri rinchusi nell’AS2 di Alessandria.

Solidarietà a tutti i prigionieri in lotta
Solidarietà a Sergio ed Alfredo in sciopero della fame


Alessandria,proteste nelle due carceri della città

fuocoA poche ore una dall’altra le due carceri di Alessandria hanno vissuto ieri momenti di tensione. Nel
penitenziario Cantiello-Gaeta un detenuto romeno ha cercato di gettarsi dal tetto della struttura,
poco dopo in quello di San Michele altri due detenuti magrebini hanno provocato un incendio e
tentato di darsi fuoco. Lo comunica il sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria (SAPPE). I
detenuti sono stati salvati dal tempestivo intervento degli agenti. ”E’ evidente – dichiara Donato
Capece, segretario generale del SAPPE – che le costanti criticita’ quotidiane delle carceri italiane
sono il sintomo palese della loro invivibilita”’.”La situazione penitenziaria e’ sempre piu’
incandescente” sottolinea. Capece ricorda che ”ad Alessandria oggi ci sono complessivamente piu’
di 800 detenuti: 395 alla Casa circondariale Cantiello e Gaeta (che ha 260 posti letto
regolamentari) e 416 alla Casa di reclusione S. Michele, che ha anch’essa 260 posti letto
regolamentari. Insomma, 300 detenuti in piu’ rispetto al previsto”. Dal 1 gennaio al 30 giugno
2012 ad Alessandria ci sono stati 18 atti di autolesionismo e 4 tentati suicidi.(ANSA).


Alessandria, un detenuto sale sul tetto del carcere

Pomeriggio di tensione al carcere Don Soria per la plateale protesta di un detenuto rumeno salito sul tetto dell’edificio.

tettoAll’indomani della sentenza della Corte Europea di Strasburgo che condanna lo Stato italiano a risarcire centomila euro a sette detenuti per i danni morali derivanti dal trattamento disumano subito nelle celle sovraffollate dell’istituto di pena di Busto Arsizio, un’altra triste storia sempre collegata con il regime carcerario e con i guasti del sistema giustizia guadagna l’attenzione dei media.
Per fortuna, almeno in questo caso, si tratta di una storia a lieto fine anche se per decine di minuti si è temuto il peggio. Un uomo di nazionalità rumena di 26 anni, del quale non sono ancora state rese note le generalità, rinchiuso nella Casa Circondariale di Piazza Don Soriaad Alessandria, nel primo pomeriggio di quest’oggi si è arrampicato sul tetto della struttura detentiva proclamando la sua innocenza. Come abbia fatto il rumeno a raggiungere il tetto non è ancora stato chiarito.

La questione è attualmente al vaglio delle forze dell’ordine. Fatto sta che il detenuto ha attirato l’attenzione degli agenti della polizia penitenziaria. Dopo un primo attimo di smarrimento le guardie carcerarie hanno allertato i Vigili del Fuoco di Alessandria, prontamente intervenuti sul posto. A quel punto è iniziata una trattativa tra il detenuto ed il responsabile dell’ufficio di Polizia Giudiziaria dei Vigili del Fuoco Roberto Pascoli il quale, assistito anche da un dirigente della struttura penitenziaria e da una educatrice, intorno alle ore 16, ha convinto il rumeno a scendere a terra. Secondo quanto si è appreso, il detenuto, padre di un bambino in tenera età, sarebbe in carcere con l’accusa di furto e rapina, ma protesta la sua innocenza che, a quanto pare, non riuscirebbe a dimostrare poiché non può permettersi di assumere un avvocato di fiducia.


Maurizio Alfieri trasferito a Saluzzo

Maurizio Alfieri viene nuovamente trasferito da un carcere all’altro e il motivo è sempre lo stesso: è un prigioniero che non si piega ai ricatti e alla brutalità delle guardie e della direzione, è un prigioniero che ha sempre cercato di organizzarsi con i propri compagni, dentro e fuori le mura della galera, per segnalare e contrastare la violenza e la vigliaccheria degli aguzzini. Dopo mesi di resistenza, in cui la solidarietà verso i prigionieri di Tolmezzo ha travalicato di molto i confini del Friuli, fino a raggiungere con un presidio il Ministero della Giustizia in quel di Roma, la direzione del carcere ha cercato con questa mossa di disinnescarne il potenziale conflittuale.
Non solo un trasferimento da carcere a carcere, ma da sezione di isolamento a sezione di isolamento, con destinazione Saluzzo; carcere attorno al quale si era creato, fino alla scarcerazione del prigioniero No Tav Giorgio Rossetto lì detenuto, un coordinamento (NoISOL) contro le condizioni di segregazione dei prigionieri di quella sezione. Invitiamo tutti i nemici e le nemiche di ogni gabbia a scrivere a Maurizio e a sostenerne la resistenza anche a Saluzzo, continuando a
tenere sempre alta l’attenzione sul brutale carcere Tolmezzo, affinché si moltiplichino le occasioni di lotta dentro e fuori le galere.

giudiceRiceviamo e diffondiamo:

MAURIZIO ALFIERI TRASFERITO NEL CARCERE DI SALUZZO (CUNEO)

Apprendiamo che il 18 dicembre Maurizio Alfieri è stato trasferito dalla sezione di isolamento del carcere di Tolmezzo alla sezione di isolamento del carcere di Saluzzo. Chiamato al mattino in matricola e accompagnato da 6 o 7 guardie aveva capito subito che c’era qualcosa di strano. Dopo qualche ora di sosta in una celletta vuota, Maurizio viene portato in una saletta dove trova tutti i suoi vestiti buttati a terra e dove viene fatto spogliare e perquisire, mentre il comandante insulta i compagni che avevano partecipato al presidio di solidarietà perché avevano fatto il suo nome al microfono. Dopo un po’ il comandante Raffaele Barbieri arriva con un coltello di ghisa nero lungo circa 30 centimetri e accusa Maurizio, sulla base di una dichiarazione scritta di un delatore, di averlo nascosto nella sua cella. Maurizio risponde che a trovarlo è stato chi lo ha nascosto e che la dichiarazione dell’infame (una doppia merda, visto che nei suoi confronti Maurizio è sempre stato generoso e solidale!) è stata concordata con la promessa di un lavoro e della salita in sezione. Dopo di che Maurizio viene trasferito senza nemmeno poter raccogliere vestiti, fornello, cibo, radio, buste, francobolli ecc. Nel cellulare ci sono sette guardie e un fuoristrada con altre quattro lo segue. Gli dicono che la destinazione è Trani, ma alle ore 24,00 si ritrova a Saluzzo, in isolamento. Qui Maurizio ha potuto contare sulla solidarietà degli altri detenuti, che si ricordano del compagno NO TAV che era stato lì e del presidio di solidarietà che si era svolto all’esterno.
Maurizio si trova ora con dieci sanzioni disciplinari di 15 giorni di isolamento ciascuna, espressione della rappresaglia e delle ritorsioni nei suoi confronti da parte della direzione del carcere di Tolmezzo per tutte le denunce e le lotte da lui fatte. Tra l’altro, sia detto tra parentesi, una guardia che denuncia un prigioniero non dovrebbe poi “prestare servizio” nella stessa sezione del detenuto, mentre Maurizio ha accumulato fino a 6 denunce (per 90 giorni di isolamento) da parte di due guardie, rimaste sempre allo stesso posto. Che la direzione del carcere di Saluzzo decida o meno di farsi complice delle ritorsioni decise a Tolmezzo dipenderà, come sempre, anche dalla solidarietà che si svilupperà all’esterno. Maurizio, quanto a lui, non abbasserà certo la testa.
Maurizio ci informa anche che poco prima di essere trasferito stava raccogliendo delle firme in solidarietà con i compagni in AS2 ad Alessandria. Ringrazia poi uno ad uno, una ad una, tutti quelli e tutte quelle che gli hanno scritto.“Sono riuscito a portarmi la posta e ci tenevo ad abbracciarvi tutti/e al mio cuore compagni/e per dirvi che il vostro calore e la vostra vicinanza non mi fanno mai sentire solo. Vi voglio bene e vi abbraccio fraternamente, Maurizio”.
Maurizio ha espresso il desiderio di ricevere libri e pubblicazioni sull’anarchismo.

Per scrivergli:
MAURIZIO ALFIERI
VIA REGIONE BRONTA N. 19/BIS
12037 SALUZZO (CUNEO)

Fonte: informa-azione.info